Il Femminicidio - tema svolto di Eleonora Cassanmagnago 2^F

In questi anni si  parla molto di un fenomeno che ha raggiunto dimensioni eclatanti, il femminicidio. Ultimamente tutti i media (video/audio, stampa e internet) raccontano fatti realmente accaduti riguardanti la violenza sulle donne che talvolta termina con la morte della vittima predestinata.
Spesso accade che le donne siano “oggetto” di vendetta da parte di fidanzati, mariti , compagni o addirittura di ex, ma anche di persone conosciute occasionalmente tramite siti web e/o social network.
Nel mese di luglio ho potuto leggere articoli di giornale riguardanti 4 casi di femminicidio. Il primo raccontava del sindaco Laura Prati, ferita da alcuni colpi di pistola da un ex funzionario della polizia Giuseppe Pegoraro. Egli è entrato nell’ufficio del sindaco alle 9:30 del giorno 2 luglio 2013 e le ha sparato; dopo un breve inseguimento è stato arrestato. 20 giorni dopo l’aggressione il sindaco non ce l’ha fatta ed è morto. Il secondo, riguarda una donna uccisa a martellate dall’ex compagno, il quale ha scontato solo 1 mese della sua pena in carcere ed il restante in una lussuosa casa di cura in Liguria.                                                         Il terzo articolo scriveva di una donna di nome Anna Laura Millacci la quale ha denunciato il suo ex compagno Di Cataldo, per le percosse subite, tramite delle foto pubblicate su Facebook che ritraevano la donna con il viso sporco di sangue e con diversi ematomi. Anche la colf di casa Di Cataldo ha raccontato di aver visto a giugno il cantante picchiare la compagna. L’ultimo articolo riguarda un rumeno di nome Rica Manole, il quale dopo aver incontrato la ex moglie Cristina con il nuovo compagno decide di invitarli a bere un drink in un bar di viale Certosa. Dopo un litigio Manole estrae una bottiglia di alcol e versa il suo contenuto su di essi, cercando di dar loro fuoco. La donna ha riportato ustioni sul 40% del corpo, mentre il compagno marocchino, Ibrahim, è in condizioni meno gravi. L’aggressore è stato fermato dai carabinieri ed ora è in custodia cautelare per tentato omicidio plurimo.
Questi sono solo pochi casi di un fenomeno in crescita e in questi ultimi tempi, fortunatamente il governo ha pensato di creare un decreto legge che, in primo luogo garantisce l’inasprimento delle pene in caso di maltrattamento in presenza di minori, in caso di violenza sessuale su donne in gravidanza e per il coniuge, anche se divorziato o separato. In secondo caso vi è la possibilità per gli inquirenti di raccogliere le testimonianze in modalità protetta, ossia, la vittima potrà essere interrogata senza aver difronte il compagno. Un altro punto molto importante è quello della irrevocabilità della querela, grazie alla quale una volta sporta denuncia questa non può essere ritirata. Sicuramente tutto ciò disincentiva altri episodi di stalking ed impedisce che l’uomo continui tormentare la donna per convincerla a tornare sui suoi passi. Però c’è un’altra faccia della medaglia  cioè, il rischio che la donna decida a priori di non sporgere denuncia. Perciò ha senso rendere irrevocabile la querela solo se l’assistenza legale è immediata e vi è coordinamento tra procure, servizi sociali, centri antiviolenza, ospedali e commissariati.
I decreti legge emanati dal governo sono una risposta positiva per punire e combattere queste azioni violente, anche se in uno stato civile come il nostro, queste aggressioni non si dovrebbero nemmeno verificare.
Secondo il mio punto di vista non esistono persone che nascono violente ma lo diventano per aver vissuto o visto violenze in casa. Un bambino, infatti, non è mai cattivo o violento ma solo agitato e dipende dai genitori educarlo in modo corretto e contenere la sua energia. Invece spesso se i bambini vivono in una famiglia dove vedono il papà che, quando si arrabbia con la mamma la picchia o vengono a loro volta picchiati, possono avere  questo atteggiamento di ira e violenza nella loro vita.
Quando queste persone incontrano donne tenaci, capaci e sensibili e che sanno anche essere madri, mogli e lavoratrici; sentono di perdere la propria virilità ed il proprio orgoglio, perciò provano risentimento e rispondono con la violenza. Spero che tutti gli sforzi fatti dal governo riescano ad eliminare il susseguirsi di questi incresciosi episodi di violenza.
Eleonora Cassanmagnago 2^F                      

Commenti

  1. http://www.alexcaporale.com/index.php/news/i-giovani/miriam/1171-dobbiamo-dire-basta-
    tante di noi fortunatamente non hanno mai vissuto l'umiliazione della violenza....
    tante altre conoscono quel dolore che lascia i segni sul corpo...ma soprattutto ci spoglia l'anima non lasciandoci nulla, e ci si sente sole, vuote....senza forza....diciamo basta...possiamo...noi non siamo di proprietà di nessuno...nessuno ha il diritto di farci del male....so di cosa parlo...e non per sentito dire....e vi dico che si può ricominciare...SI PUO' DIRE BASTA!!!! http://youtu.be/qWutQw5T7_s

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Cyberbullsimo - tema svolto di Benedetta Troni 1° F

"L’ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafon - Benedetta Di Cesare